SOS AMICA IN CRISI!!

Ci risiamo : la vostra amica è in piena crisi e vi assale con un monologo concitato nel quale è difficile inserirsi..Uno psicologo ci spiega cosa dire (e non dire) per avere un effetto tranquillizzante
Capita a tutte: la nostra amica è in piena crisi per colpa del lavoro o del fidanzato e noi vorremo aiutarla..o quantomeno farla calmare un attimo visto che è visibilmente scossa e nervosa. Ci viene in aiuto con qualche dritta il Dr Albert J. Bernstein , psicologo ed autore di diversi libri , che suggerisce cosa dire (e cosa non dire) per avere un effetto tranquillizzante…
1.”Ti prego parla più lentamente. Vorrei capire per aiutarti. “
Magari non è il parlare in fretta.. è il tono alto e stridulo, oppure il nervoso che può far singhiozzare e strozzare la voce in gola.. in ogni caso, questa frase può funzionare come calmierante, secondo Bernstein. Il manifestare interesse e volontà di capire , distoglie per un attimo l’attenzione dal problema e fa subito sentire meno soli.
2. “Cosa posso fare per te?”
Esattamente come al punto 1 ci si inserisce nel flusso del pensiero negativo , questa volta però invitando la persona a concentrarsi su una “prossima mossa” , in modo da farle “aprire la mente” e farla evolvere verso l’azione per non rimanere “impantanata” nel problema.
3. Mai mettere in dubbio quanto sta dicendo
Non importa se erano evidentissimi i segnali che lui era uno str****, tanto evidenti che era chiaro a tutti tranne che a lei…Come ben sappiamo, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire..o vedere. Meglio non buttare benzina sul fuoco e cercare invece di seguire con interesse tutti i ragionamenti approfondendo con domande pertinenti. Rimandare il nostro obiettivo punto di vista a quando la crisi sarà passata.Il Dr Bernstein sostiene infatti che “Spiegare la realtà delle cose o cercare di dare spiegazioni sensate viene quasi sempre percepita come una forma di incomprensione, l’altra parte diventerà solo più nervosa ed ancora meno propensa al dialogo..con una conseguente diffidenza e chiusura”.
Visto che “diffidenza e chiusura” non sono certo le reazioni che vorremmo suscitare in qualcuno che desideriamo aiutare, è necessario armarsi di una buona dose di pazienza ed autocontrollo… In un secondo tempo..a “bocce ferme” potremo affrontare il discorso in modo più relistico, giungendo certamente a conclusioni sensate e a metodi concreti di risoluzione.
my_best_friend_s_girl11